domenica 30 marzo 2014

L'ABITATO DI PALAGIANELLO






L’abitato di Palagianello   
 Archivio di Stato Lecce-Topografia dell'ex Feudo di Paliggianello


 "......fu ordinato distaccarsi dalla proprietà… feudale una parte delle terre, e questa parte venne attribuita al Comune non come suo patrimonio, ma come retaggio dei minori cittadini, a  cui il Comune doveva trasmetterle. Queste porzioni distaccate dalle terre feudali in compenso  degli usi civici, costituirono  i beni demaniali del Comune, eredità… futura dei nullatenenti".

Il pensiero dello storico lucano Giacomo Racioppi si attaglia bene a quanto è stato detto e scritto sul recupero, sulla conservazione e sulla gestione delle terre civiche, con riferimento anche all'aspetto urbanistico ed edilizio visto che l'abitato del nostro Comune insiste su terreno di demanio civico.
A Palagianello, dove la storia delle terre pubbliche è antica, purtroppo solo qualche anziano era in grado di testimoniarla mentre è presente nella memoria di pochi e va del tutto scomparendo in quella popolare, con buona pace degli affaristi dai quali la speculazione sui beni della popolazione andava salvaguardata fin dal momento in cui le prospettive di valorizzazione extra-agrarie delle terre circostanti il centro urbano cominciavano a mostrarsi, per conservarli al soddisfacimento di interessi generali.
L'evoluzione urbanistica dal 1811 ad oggi si è sviluppata, quindi, su quella parte del demanio Parco del Casale a ciò deputata oltre ad interessare, sia pure in parte, quella quotizzata e destinata all'agricoltura che, per norma di legge, non può essere usata per fini e scopi diversi da quelli previsti all'atto della concessione se non in presenza di una preventiva variazione nella destinazione d'uso la quale potrà essere autorizzata solo se il diverso uso rappresenti un reale beneficio per la collettività.
Malgrado ciò, in quasi due secoli quei demani hanno subito gli assalti degli accaparratori in danno dei cittadini che, con le quotizzazioni e le censuazioni hanno raccolto solo le briciole ed oggi si trovano nella condizione del proprietario che non può usare quanto gli si appartiene.
Opportunamente nel XIX secolo una parte di questo demanio fu destinato per le esigenze edilizie della collettività.
Dalla relazione del Geometra Galli del 1869 apprendiamo che:

"Dietro avviso del sig. Sindaco ed Agente Demaniale abbiamo rimasto uno spazio di suolo limitrofo alla Ferrovia, quasi contiguo all'abitato per dote del Paese, onde sopra potervi collocare edifici per l'ingrandimento del stesso, ed anche per servire da Aie in tempo di messe, ed altro spazio per vie rotabili....della estensione di Are 676.00".
Più si è rimasto un altro spazio di suolo limitrofo al Camposanto per varii usi, cioè per dare lo scolo delle acque piovane alla pubblica cisterna del Comune, per cava di pietra tufacea e mazzarina ed anche per l'ingrandimento del Camposanto, ... della estensione di tomola 35 pari ad Are 1.183,00.
Nella parte meridionale di questa tenuta trovandosi una grande cisterna che anche dietro avviso delle prelodate autorità si è rimasta pel pubblico uso dei quotisti non solo, ma anche del Paese essendo vicinissima all'abitato,...  della estensione di tomola 1 1/2 pari ad are 50,70”.

Complessivamente per l'abitato furono destinati circa sette ettari di demanio Parco del Casale che, specie nella parte est, in gran parte fu usurpato, come accertato dalle verifiche demaniali.
Da una pianta del 1811([1]), abbiamo potuto rilevare come il nucleo abitato di Palagianello, riferito a quell'epoca, corrispondesse ancora a quello descritto, nel 1676, dal Regio Ingegnere Luise Nauclerio nella sua relazione del 1° settembre di quell'anno.
Nella rappresentazione grafica, infatti, osserviamo il castello feudale con le case poste ad ovest che affacciano sulla gravina e con l'accesso dalla strada che porta al vecchio ingresso del maniero; le case poste ad Est con l'antico forno baronale, le case che circondano la Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo con l'ingresso rivolto a Sud in armonia con "l'Arco della Porta"
Nel documento del 1676 leggiamo che:

 "la forma di questa Terra è di un quadrilungo, che con le Mura dell'istesse abitazioni formano un picciolo giro di muraglie di quattro lati, e nella prima faccia si entra per una porta grande con coverto a lamia, con camerino sopra per la guardia; appresso si trova un largo seu piazza al quanto pendente verso l'introito, attorno alla quale stanno le case per abitazione di quelli Terrazzani, quali sono tutte terranee, coverte a cannizzo e sottosopra, e verso la gravina di Castellaneta (Palagianello) vi sono molte grotte cavate nel tufo, dove similmente abitano, ed in testa della Piazza vi è un Castello seu Casa per abitazione del Barone, ed in mezzo a detta Piazza vi ‚ la Chiesa Madre....."([2]).

Soltanto qualche anno dopo vi è cenno di un lento inizio dell’attività edilizia, com'è possibile riscontrare da un disegno del 1824, eseguita dall'Architetto Giuseppe Stefano Lerario in occasione della ripartizione in quote del demanio in favore dei cittadini di Palagianello([3]).
Ancora da una mappa, del 1869, redatta dall'Architetto Giovanni Galli di Laterza quale atto preparatorio della seconda quotizzazione demaniale, è possibile rilevare un ulteriore incremento urbanistico.
Nel periodo compreso tra il 1811 ed il 1869 furono costruite le case che attualmente affacciano su Via Fornelli, Via Repubblica (già Vittorio Emanuele), Via Mazzini, Via Settembrini e via Mottola, quest'ultima limitatamente al tratto compreso tra Via Forno e Via Settembrini e per la sola parte che affaccia sulla stessa via.
Da una deliberazione del Consiglio comunale di Palagiano, allora capoluogo([4]), apprendiamo che:

"...in vista delle condizioni economiche già migliorate, e dell'attuale crescente civilizzazione e progresso...",

gli abitanti di Palagianello incominciarono ad abbandonare le malsane case-grotta, per trasferirsi in nuove abitazioni che man mano incominciavano ad essere edificate su suolo del Demanio Universale([5]) denominato "Parco del Casale".
L'esigenza di disciplinare l'attività edilizia fu avvertita dal Consiglio Comunale([6]) che decise la "censuazione"([7]) del Giardino Parco del Casale, al fine

"di costruirvi fabbricati a base del piano regolatore levato dall'Arch.Giovanni Galli".

Il piano - che risentiva di quei mutamenti avvenuti nella struttura tradizionale della società, scaturita dal processo di rinnovamento già avviato nel Regno di Napoli dopo il periodo francese - prevedeva un impianto urbanistico a scacchiera, formato da isole edificabili di m. 37,50 di lunghezza per m. 16,00 di larghezza e strade larghe 8 metri, orientate nel senso Nord - Sud.
Le prime isole cominciarono ad essere edificate nel periodo immediatamente successivo all'approvazione del piano Galli, tant’è che una planimetria del 1869 evidenzia chiaramente l’edificazione di quattro isole, precisamente quelle progettate tra Vie Mazzini e Mottola.
Il paese, nel frattempo, si era sviluppato sotto il profilo demografico ed arricchito nel 1868 della stazione e del ponte ferroviario, oltre che della Sede Municipale - limitatamente al piano terra - ove funzionavano gli Uffici dello Stato Civile e di Conciliazione([8]).
Un nuovo incarico fu conferito all'Arch. Galli per una sistemazione urbanistica, mediante la redazione di un "Piano Topografico ed Edilizio", che interessò la parte posta a Sud della ferrovia nella zona chiamata Aia comunale([9]).
Il "Piano", redatto il 16 giugno 1882, prevedeva 18 "isole edilizie" delle quali sei grandi (50 m. di lunghezza per 29,50 m. di larghezza) e 12 piccole che furono cedute a censo con espressa disposizione che il suolo fosse destinato esclusivamente per scopo edilizio con l'obbligo di corrispondere il canone in favore del Comune di £. 30,97 per le isole grandi e di £. 9,91 per le piccole, da pagarsi il 15 d'agosto d'ogni anno, di costruire nel termine di tre anni dalla data di concessione, scaduti i quali, in assenza dell'edificazione, si sarebbe provveduto alla devoluzione in favore del Comune, così come per il mancato pagamento del canone per due anni consecutivi.
Al riguardo l'Agente Demaniale, Cav. Nicola Geofilo, nel 1916 per la zona immediatamente a sud della ferrovia, proponeva la reintegra di due appezzamenti che, destinati fin dal 1871 quale suolo edilizio utile all'ingrandimento del paese, era nel possesso di privati cittadini giustificando la sua proposta:
·       -perchè con la conciliazione il Comune verrebbe ad esserne danneggiato, dovendo in seguito essere costretto ad espropriare le zone stradali ad un prezzo altissimo;
·       -perchè accentrate quelle zone a due soli possessori, il dritto degli altri cittadini viene leso manifestamente, non potendo ottenere la concessione di piccole zone edilizie per edificare ciascuno la propria casa;
·       -perchè, scarseggiando i suoli edilizi, con la conciliazione si creerebbe una immorale speculazione in favore di quei due possessori ed in danno della generalità dei cittadini.

E' significativo il fatto che sulle terre civiche o terre collettive o demanio universale, come vengono denominate, già nel secolo scorso nell'ex Stato Pontificio i cittadini, per norma di legge, esercitavano lo jus casalinandi, vale a dire avevano il diritto di costruirsi la casa.
A Palagianello, invece, su quelle terre sono si nate le case dei cittadini, gli edifici pubblici, le chiese, ma la gran parte di esse hanno fatto la fortuna economica di pochi accaparratori e speculatori di suoli edilizi, mentre chi doveva vigilare sulla proprietà dei cittadini, molte volte controllore di se stesso, stava a guardare.


A. S. Lecce - Stralcio della Pianta del Demanio Parco del Casale -
 anno 1869
A. S. Lecce - Stralcio della Pianta del Demanio Parco del Casale - anno 1824





[1]  - A.S.L. –Topografia dell’ex Feudo di Paliggianello”.
[2]  - A.S.L. – Scritture delle Università e Feudi di Terra d’Otranto.
[3]  - A.S.L. – Divisione Amministrativa – Atti Demaniali – Fascicolo 610 – Divisione de’ demani – Piante e quadri dei sorteggi.
[4]  - Com’è noto Palagianello – che aveva autonomia amministrativa quale “Università” – divenne, per motivi demografici, prima aggregato e poi frazione del Comune di Palagiano. Dopo lunga battaglia separatista, con Legge 6 giugno 1907, n. 318, ritornò Comune autonomo, riottenendo dignità e prerogative perdute un secolo prima in esecuzione della Legge 19 gennaio 1807, n.14.
[5]  - Il demanio universale o di uso civico è condominio dei cittadini, vigilato e coordinato dal Comune. (Cfr. Donato Antonio Tommasi -“Canoni ed usi civici”-Tip. Nazionale – Roma – 1913 – pag. 137.
[6]  - Deliberazione del Consiglio Comunale del 19 maggio 1866: “Censuazione del Giardino Parco del Casale sito nella frazione Palagianello”, approvata dalla Deputazione Provinciale di  Lecce nella seduta del 20 giugno 1866.
[7]  - Concessione di suolo con l’obbligo del pagamento del censo in favore del Comune.
[8] - Il piano terra del Palazzo Municipale fu costruito nel 1880.
[9] - Deliberazione del Consiglio comunale di Palagiano n. 2 in data 27 aprile 1882, approvata dalla Sottoprefettura di Taranto il 13 maggio successivo.