L’abitato di Palagianello
Archivio di Stato Lecce-Topografia dell'ex Feudo di Paliggianello
"......fu ordinato distaccarsi dalla proprietà… feudale una parte delle terre, e questa parte venne attribuita al Comune non come suo patrimonio, ma come retaggio dei minori cittadini, a cui il Comune doveva trasmetterle. Queste porzioni distaccate dalle terre feudali in compenso degli usi civici, costituirono i beni demaniali del Comune, eredità… futura dei nullatenenti".
Il
pensiero dello storico lucano Giacomo Racioppi si attaglia bene a quanto è stato detto e
scritto sul recupero, sulla conservazione e sulla gestione delle terre civiche, con riferimento anche
all'aspetto urbanistico ed edilizio visto che l'abitato del nostro Comune
insiste su terreno di demanio civico.
A
Palagianello, dove la storia delle terre pubbliche è antica, purtroppo solo qualche anziano era
in grado di testimoniarla mentre è presente nella memoria di pochi e va del
tutto scomparendo in quella popolare, con buona pace degli affaristi dai quali la speculazione sui beni della
popolazione andava salvaguardata fin dal momento in cui le
prospettive di valorizzazione extra-agrarie delle terre circostanti il centro urbano cominciavano a
mostrarsi, per conservarli al soddisfacimento di interessi generali.
L'evoluzione
urbanistica dal 1811 ad oggi si è sviluppata, quindi, su quella parte del
demanio Parco del Casale a ciò deputata oltre ad interessare, sia pure
in parte, quella quotizzata e destinata all'agricoltura che, per norma di
legge, non può essere usata per fini e scopi diversi da quelli previsti
all'atto della concessione se non in presenza di una preventiva variazione
nella destinazione d'uso la quale potrà essere autorizzata solo se il
diverso uso rappresenti un reale beneficio per la collettività.
Malgrado
ciò, in quasi due secoli quei demani hanno subito gli assalti degli
accaparratori in danno dei cittadini che, con le quotizzazioni e le censuazioni hanno raccolto solo le
briciole ed oggi si trovano nella condizione del proprietario che non può usare
quanto gli si appartiene.
Opportunamente
nel XIX secolo una parte di questo demanio fu destinato per le esigenze
edilizie della collettività.
Dalla
relazione del Geometra Galli del 1869 apprendiamo che:
"Dietro
avviso del sig. Sindaco ed Agente Demaniale abbiamo rimasto uno spazio di suolo
limitrofo alla Ferrovia, quasi contiguo all'abitato per dote del Paese, onde
sopra potervi collocare edifici per l'ingrandimento del stesso, ed anche per
servire da Aie in tempo di messe, ed altro spazio per vie rotabili....della
estensione di Are 676.00".
“Più si è rimasto un altro spazio di suolo
limitrofo al Camposanto per varii usi, cioè per dare lo scolo delle
acque piovane alla pubblica cisterna del Comune, per cava di pietra tufacea e
mazzarina ed anche per l'ingrandimento del Camposanto, ... della estensione di
tomola 35 pari ad Are 1.183,00.
Nella parte meridionale di questa
tenuta trovandosi una grande cisterna che anche dietro avviso delle prelodate
autorità si è rimasta pel pubblico uso dei quotisti non solo, ma anche del
Paese essendo vicinissima all'abitato,...
della estensione di tomola 1 1/2 pari ad are 50,70”.
Complessivamente
per l'abitato furono destinati circa sette ettari di demanio Parco del Casale che, specie nella parte est, in gran parte fu
usurpato, come accertato dalle verifiche demaniali.
Da una pianta del 1811([1]), abbiamo
potuto rilevare come il nucleo abitato di Palagianello, riferito a
quell'epoca, corrispondesse ancora a quello descritto, nel 1676, dal Regio
Ingegnere Luise Nauclerio nella sua relazione
del 1° settembre di quell'anno.
Nella rappresentazione grafica,
infatti, osserviamo il castello feudale con le case poste ad ovest che
affacciano sulla gravina e con l'accesso dalla strada che porta al vecchio
ingresso del maniero; le case poste ad Est con l'antico forno baronale, le case
che circondano la Chiesa Parrocchiale di San
Pietro Apostolo con l'ingresso
rivolto a Sud in armonia con "l'Arco della Porta"
Nel documento del 1676 leggiamo che:
"la
forma di questa Terra è di un quadrilungo, che con le Mura dell'istesse
abitazioni formano un picciolo giro di muraglie di
quattro lati, e nella prima faccia si entra per una porta grande con coverto a
lamia, con camerino sopra per la guardia; appresso si trova un largo seu piazza
al quanto pendente verso l'introito, attorno alla quale stanno le case per
abitazione di quelli Terrazzani, quali sono tutte terranee, coverte a cannizzo
e sottosopra, e verso la gravina di Castellaneta (Palagianello) vi sono molte grotte cavate nel
tufo, dove similmente abitano, ed in testa della Piazza vi è un Castello seu Casa per abitazione del Barone, ed in
mezzo a detta Piazza vi ‚ la Chiesa Madre....."([2]).
Soltanto qualche anno dopo vi è cenno
di un lento inizio dell’attività edilizia, com'è possibile riscontrare da un
disegno del 1824, eseguita dall'Architetto Giuseppe Stefano Lerario in occasione della
ripartizione in quote del demanio in
favore dei cittadini di Palagianello([3]).
Ancora da una mappa, del 1869, redatta dall'Architetto Giovanni Galli di Laterza quale atto
preparatorio della seconda quotizzazione demaniale, è
possibile rilevare un ulteriore incremento urbanistico.
Nel periodo compreso tra il 1811 ed il
1869 furono costruite le case che attualmente affacciano su Via Fornelli, Via Repubblica (già Vittorio
Emanuele), Via Mazzini, Via Settembrini e via Mottola, quest'ultima limitatamente al tratto compreso tra Via
Forno e Via Settembrini e per la sola parte
che affaccia sulla stessa via.
Da una deliberazione del Consiglio
comunale di Palagiano, allora capoluogo([4]),
apprendiamo che:
"...in
vista delle condizioni economiche già migliorate, e dell'attuale crescente
civilizzazione e progresso...",
gli abitanti di Palagianello incominciarono ad
abbandonare le malsane case-grotta, per trasferirsi in nuove abitazioni che man mano
incominciavano ad essere edificate su suolo del Demanio Universale([5]) denominato "Parco del Casale".
L'esigenza di disciplinare l'attività
edilizia fu avvertita dal Consiglio Comunale([6]) che decise
la "censuazione"([7]) del
Giardino Parco del Casale, al fine
"di costruirvi fabbricati a base
del piano regolatore levato dall'Arch.Giovanni Galli".
Il piano - che risentiva di quei mutamenti
avvenuti nella struttura tradizionale della società, scaturita dal processo di
rinnovamento già avviato nel Regno di Napoli dopo il periodo
francese - prevedeva un impianto urbanistico a scacchiera, formato da isole
edificabili di m. 37,50 di
lunghezza per m. 16,00 di larghezza e strade larghe 8 metri, orientate nel
senso Nord - Sud.
Le prime isole cominciarono ad essere
edificate nel periodo immediatamente successivo all'approvazione del piano
Galli, tant’è che una planimetria del 1869 evidenzia chiaramente
l’edificazione di quattro isole, precisamente quelle progettate tra Vie Mazzini e Mottola.
Il paese, nel frattempo, si era
sviluppato sotto il profilo demografico ed arricchito nel 1868 della stazione e del ponte
ferroviario, oltre che della Sede Municipale - limitatamente al
piano terra - ove funzionavano gli Uffici dello Stato Civile e di Conciliazione([8]).
Un nuovo incarico fu conferito
all'Arch. Galli per una sistemazione
urbanistica, mediante la redazione di un "Piano
Topografico ed Edilizio", che interessò la parte posta a Sud della ferrovia nella zona chiamata
Aia comunale([9]).
Il "Piano", redatto il 16
giugno 1882, prevedeva 18 "isole
edilizie" delle quali sei grandi (50 m. di lunghezza per 29,50 m. di
larghezza) e 12 piccole che furono cedute a censo con espressa
disposizione che il suolo fosse destinato esclusivamente per scopo edilizio con
l'obbligo di corrispondere il canone in favore del Comune
di £. 30,97 per le isole grandi e di £. 9,91 per le piccole, da pagarsi il 15
d'agosto d'ogni anno, di costruire nel termine di tre anni dalla data di
concessione, scaduti i quali, in assenza dell'edificazione, si sarebbe provveduto
alla devoluzione in favore del Comune, così come per il mancato pagamento del
canone per due anni
consecutivi.
Al
riguardo l'Agente Demaniale, Cav. Nicola Geofilo, nel 1916 per la zona
immediatamente a sud della ferrovia, proponeva la reintegra di due appezzamenti che, destinati fin dal
1871 quale suolo edilizio utile all'ingrandimento del paese, era nel possesso
di privati cittadini giustificando la sua proposta:
·
-perchè con la conciliazione il
Comune verrebbe ad esserne danneggiato, dovendo in seguito essere costretto ad
espropriare le zone stradali ad un prezzo altissimo;
·
-perchè accentrate quelle zone a
due soli possessori, il dritto degli altri cittadini viene leso manifestamente,
non potendo ottenere la concessione di piccole zone edilizie per edificare
ciascuno la propria casa;
·
-perchè, scarseggiando i suoli
edilizi, con la conciliazione si creerebbe una immorale speculazione in favore
di quei due possessori ed in danno della generalità dei cittadini.
E'
significativo il fatto che sulle terre civiche o terre collettive o demanio universale, come vengono denominate, già
nel secolo scorso nell'ex Stato Pontificio i cittadini, per norma di legge, esercitavano
lo jus casalinandi, vale a dire
avevano il diritto di costruirsi la casa.
A
Palagianello, invece, su quelle terre sono si nate le case
dei cittadini, gli edifici pubblici, le chiese, ma la gran parte di esse hanno
fatto la fortuna economica di pochi accaparratori e speculatori di suoli edilizi, mentre chi doveva vigilare sulla
proprietà dei cittadini, molte volte controllore di se stesso, stava a
guardare.
A. S. Lecce - Stralcio della Pianta del Demanio Parco del Casale -
anno 1869
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A. S. Lecce - Stralcio della Pianta del Demanio Parco del Casale - anno 1824 |
[3] - A.S.L. –
Divisione Amministrativa – Atti Demaniali – Fascicolo 610 – Divisione de’
demani – Piante e quadri dei sorteggi.
[4] - Com’è noto Palagianello – che aveva autonomia amministrativa quale
“Università” – divenne, per motivi demografici,
prima aggregato e poi frazione del Comune di Palagiano. Dopo lunga battaglia separatista, con
Legge 6 giugno 1907, n. 318, ritornò Comune autonomo, riottenendo dignità e prerogative
perdute un secolo prima in esecuzione della Legge 19 gennaio 1807, n.14.
[5] - Il demanio
universale o di uso civico è condominio dei cittadini,
vigilato e coordinato dal Comune. (Cfr. Donato
Antonio Tommasi -“Canoni ed usi
civici”-Tip. Nazionale – Roma – 1913 – pag. 137.
[6] - Deliberazione
del Consiglio Comunale del 19 maggio 1866: “Censuazione del Giardino Parco del Casale sito nella
frazione Palagianello”, approvata dalla Deputazione Provinciale di Lecce nella seduta del 20 giugno 1866.
[8] - Il piano terra del
Palazzo Municipale fu costruito nel 1880.
[9] - Deliberazione del
Consiglio comunale di Palagiano n. 2 in data 27 aprile 1882, approvata dalla
Sottoprefettura di Taranto il 13 maggio successivo.